Pil stazionario, tessuto imprenditoriale che si atrofizza e difficoltà nel ricambio generazionale. È questo il quadro che emerge dall’indagine economica effettuata dall’Unione artigiani Lodi presso un campione di circa 150 soci. «Anche quest’anno abbiamo condotto questa indagine economica inter associativa mettendo in evidenza opportunità e benefici emersi parlando con nostre imprese - ha introdotto l’indagine il segretario generale dell’Unione Mauro Sangalli -. In particolare, si evidenzia che negli ultimi 20 anni il territorio non è cresciuto dal punto di vista del Pil. Anche il tessuto imprenditoriale non è cresciuto, anzi è diminuito. C’è poi anche il tema del passaggio generazionale, molto difficile». A fronte di questa situazione, due punti fermi da cui ripartire per Sangalli sono «il Piano territoriale per lo sviluppo provinciale e gli Accordi di sviluppo regionali. Questi strumenti sono, per il territorio, gli ultimi due treni da non lasciarsi scappare». All’interno del dossier viene messo in evidenza come il 66% degli intervistati ritiene che nel prossimo semestre (il primo del 2025) ci si confronterà con un andamento stabile del fatturato, mentre il 32% circa prevede che diminuirà. Il 78,7% ritiene che l’andamento del proprio personale, nei prossimi mesi, sarà stabile. Solo il 14,9% prevede una diminuzione, mentre il 95% non prevede di fare uso della cassa integrazione. Per quanto riguarda gli investimenti, solo il 17% ritiene di doverli rinviare o cancellare, mentre per chi esporta l’andamento è rimasto stabile nella maggior parte dei casi. Per quanto concerne l’innovazione, il 30% circa ha mantenuto stabili gli investimenti, mentre circa il 9% li ha aumentati, così come il 27,3% si è concentrato sull’acquisto di nuove tecnologie. E questo nonostante il caro energia e il prezzo delle materie prime, spauracchi che minacciano il 49 e il 61% degli intervistati. Altro nodo da sciogliere è la difficoltà nel reperire personale formato, cosa verificatasi nel 57,4% dei casi, sia per quanto riguarda operai specializzati ma anche manodopera generale. «Noi come Unione siamo andati nelle scuole a dire che non ci sono solo i licei - ha fatto presente Sangalli -. Questo gap tra domanda e offerta è in parte, però, stato colmato dalla disponibilità di manodopera straniera». A chiudere l’indagine un ulteriore spunto di riflessione di Sangalli: «Per quanto riguarda le infrastrutture materiali siamo in una buona situazione. Lo stesso non si può dire dal punto di vista immateriale, ad esempio con Internet. Per rimanere competitivi serve stare al passo con i tempi anche sotto il punto di vista della connettività. Inoltre, bisogna portare qualche nuova azienda sul territorio: la logistica da sola non porta tanta occupazione, servono altre aziende capaci di portare più occupazione e più reddito».
(Fonte Il Cittadino di Lodi)
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